Come creare un Business Plan per la tua startup

Come creare un Business Plan per la tua startup

Accade spesso che le aziende sottovalutino l’importanza del Business Plan. Un errore che una startup non può assolutamente commettere.  Per avviare una startup, infatti, non basta solo avere una buona idea, essere in regola con i requisiti di legge e iscriversi alla sezione speciale del Registro Imprese.  

L’idea deve essere valida, avere un mercato, attrarre l’interesse di persone disposte a pagare per avere il servizio o il prodotto. In sostanza, l’idea deve avere una buona traction. 

Come valutare la validità e il successo di un’idea imprenditoriale? Attraverso il business plan e, cioè, un documento che riporti uno studio e un’analisi, precisi e dettagliati, di tutte le variabili che concorrono alla sua concreta realizzazione.  

Ecco cosa approfondiremo in questo articolo.  

Indice 

  • Che cos’è un business plan 
  • Perché è importante per le startup 
  • Esempio di business plan per le startup 
  • Differenza tra business plan e business model canvas 

 

Che cos’è un business plan  

Il business plan è un documento economico-finanziario che offre una panoramica integrale e dettagliata del progetto di business: struttura aziendale, piano di marketing, strategie di comunicazione, obiettivi, pianificazione economico-finanziaria e logistica.  

 

Perché il business plan è importante per le startup  

Il business plan è un documento di vitale importanza per una startup per tre ragioni:  

Pianificare: mettere per iscritto la propria idea e gli step da seguire per trasformarla in un’impresa aiuta a chiarire gli obiettivi e a prevedere le attività per raggiungerli; consente di valutare la fattibilità e i rischi e, infine, di quantificare e qualificare le risorse necessarie.  

Controllare: definita la meta è possibile scegliere tra diversi percorsi per raggiungerla. Il business plan è lo strumento più adatto a valutare le performance rispetto ai risultati attesi per decidere se la strada verso il successo è quella giusta o deve essere cambiata.  

Comunicare: è attraverso il business plan che una startup può convincere investitori, ottenere finanziamenti o partecipare a bandi di concorso che offrono premi come mentoring, finanziamenti o capitali da investire. Non solo, oltre a comunicare con stakeholders esterni, questo strumento è utile per condividere con il proprio team la vision del progetto di business.  

 

Esempio di business plan per le startup  

Come si fa un business plan per una startup 

Ecco un esempio della struttura dei contenuti elaborato dal team strategico di In Cibum Lab: 

  • Cover page 
  • Executive summary 
  • Descrizione del progetto imprenditoriale 
  • Descrizione del prodotto/servizio innovativo 
  • Profilo professionale del team di fondatori della startup 
  • Analisi del mercato 
  • Analisi della concorrenza 
  • Piano di marketing 
  • Piano operativo 
  • Piano economico-finanziario 

 

Cover page 

Pensa alla prima pagina del business plan come se fosse il bigliettino da visita della tua azienda. È importante che ci sia il logo dell’azienda, i contatti e che il visual sia coerente con la tua Corporate Identity.  

 

Executive summary  

Insieme alla cover page, l’executive summary è un contenuto strategico, complesso e delicato essendo la sintesi di tutto il business plan. È la prima cosa che leggeranno gli investitori ed è fondamentale che sia conciso, che sia scritto in modo da mantenere alta l’attenzione e che alimenti l’interesse di chi lo leggerà.  

Cosa deve assolutamente esserci in questa sezione: 

  • Descrizione della tua start up (quando è nata? la sua forma societaria? dove si trova la sede?) 
  • La natura del tuo business (cosa realizza e quali problemi risolve); 
  • Un’overview del tuo business model e delle metriche raggiunte; 
  • Un estratto del Financial Plan, ovvero le proiezioni finanziarie il capitale da raccogliere e quello già raccolto. 

 

Descrizione del progetto imprenditoriale  

Da questa sezione in poi dovrai descrivere gli asset del tuo progetto di business in maniera dettagliata.  

Si parte con la descrizione della start up: 

  • cosa realizza o cosa vorrebbe realizzare; 
  • i bisogni di mercato che soddisfa; 
  • la mission e la vision; 
  • i suoi obiettivi e come intende raggiungerli; 
  • l’analisi del mercato di riferimento. 

 

Descrizione del prodotto/servizio innovativo  

Si prosegue con i dettagli relativi al prodotto/servizio che offri: 

  • la Unique Selling Proposition; 
  • la tecnologia; 
  • gli aspetti innovativi; 
  • marchi e brevetti (se presenti). 

 

Profilo professionale del team di fondatori della startup  

In questa sezione dovrai descrivere il team, quali competenze hanno e quale valore aggiunto apportano alla startup.  

Puoi partire rielaborando il CV per poi focalizzarti sulle certificazioni (se ci sono) e sulle competenze trasversali.  

 

Analisi del mercato  

Questo è il cuore pulsante del documento. È fondamentalmente questo il campo su cui giocherai la partita decisiva.  

Grazie all’analisi di mercato potrai definire meglio i tuoi obiettivi di business, obiettivi di marketing e obiettivi di comunicazione i quali dovranno essere SMART 

  • Specific (Specifici) 
  • Measurable (Misurabili) 
  • Achievable (Raggiungibili) 
  • Realistic (Realistici) 
  • Time-bound (Definiti nel tempo) 

Il primo passo è la realizzazione di una SWOT Analysis attraverso cui potrai analizzare i punti di forza e di debolezza del tuo progetto di business e le opportunità e le minacce dell’ambiente esterno che possono concorrere o meno al successo della tua idea imprenditoriale.  

Dovrai poi analizzare il tuo settore di riferimento attraverso lo studio di report di settore e l’analisi dei principali trend.  

In questo può aiutarti consultare i principali istituti di ricerca e le associazioni di categoria.  

Inoltre, dovrai analizzare la tua potenziale audience al fine di comprenderne lo stile di vita, i canali attraverso cui intercettarla e se ci sono differenti occasioni d’uso del tuo prodotto/servizio in base alla segmentazione del target. Per farlo avrai bisogno di elaborare dei profili tipo delle tue potenziali buyer personas. 

 

Analisi della concorrenza  

Allo stesso modo dovrai analizzare i tuoi competitors, sia diretti sia indiretti, individuarne i punti di forza e i punti di debolezza, studiarne le strategie e capire su quali elementi di distinzione puntare affinché le persone scelgano te e non loro. 

 

Piano di marketing  

A questo punto sarai pronto per mettere nero su bianco il piano di marketing partendo col definire i tuoi obiettivi di marketing, ad esempio:  

  • la tempistica con cui prevedi di penetrare il mercato,  
  • la percentuale di crescita che stimi per il primo anno,  
  • gli obiettivi di vendita e come intendi raggiungerli: il primo anno solo in maniera digitale per poi prevedere una rete vendita.  

Definire, poi, il tuo Posizionamento di marketing, la tua Value Proposition e la tua Unique Selling Proposition 

Poi dovrai entrare nel dettaglio del Prezzo, della Promozione, delle Persone e della Distribuzione.  

 

Piano operativo  

Nel piano operativo definirai come la startup produce il suo prodotto o servizio. Dovrai rispondere a queste domande: 

  • Qual è il processo produttivo o la modalità di erogazione? 
  • Quali tecnologie utilizza? Macchinari, attrezzature “hard”, soluzioni software, ecc. 
  • Quali sono le risorse di cui ha bisogno? Materie prime, personale, prestazioni di terzi, fondi finanziari etc.)  
  • Quali sono le fonti di approvvigionamento?  
  • Quali sono i canali distributivi, struttura di vendita, struttura distributiva etc.? 

 

Piano economico-finanziario 

Infine, dovrai definire la pianificazione economico-finanziaria che comprende: 

  • il piano degli investimenti in beni e servizi per avviare la startup;  
  • il piano di ammortamento;  
  • il piano delle vendite dalle cui previsioni derivano il piano dei ricavi, il piano di previsione della produzione e il piano degli acquisti;  
  • il conto economico preventivo che, confrontando le ipotesi di costi e ricavi, elabora delle proiezioni sul futuro finanziario della startup. 

 

Differenza tra business plan e business model canvas 

Seppur possano sembrare simili, il business plan e il business model canvas sono molto diversi tra loro.  

Quest’ultimo è uno strumento preliminare utile, nella fase embrionale dell’idea, a definire il modello di business che la startup intende intraprendere, modificarlo nel caso in cui sorgono perplessità e, infine, a chiarirlo per poi affrontarlo in maniera dettagliata nel business plan.  

La sostanziale differenza è che mentre il business plan è un documento necessario per richiedere fondi o coinvolgere investitori, il business model canvas è un documento interno alla startup utile per condividere con il team la vision aziendale.  

Consigli di lettura

business_innovation_plan_libro Business Innovation Plan di Tommaso D’Onofrio

Non sempre le regole per l’elaborazione di un business plan valgono per qualsiasi tipo di azienda: nel caso di una start up, per esempio, le dinamiche che compongono un modello di business sono soggette a elementi diversi che meritano attenzioni e accorgimenti specifici.
Il saggio di Tommaso D’Onofrio è appunto dedicato alle start up innovative che devono fare i conti con scenari incerti e grande complessità di analisi del mercato. A questo tipo di aziende il libro propone un percorso pratico che include l’identificazione del business, le tecniche di analisi di mercato, la strategia, le politiche HR e di marketing, il ruolo di incubatori e acceleratori e gli aspetti finanziari.
Il testo è inoltre arricchito dal racconto di alcuni casi reali, scritti da imprenditori e manager di note start up italiane. Questi casi dimostrano come le imprese innovative crescono grazie a leader dotati di capacità organizzative ma, soprattutto, in grado di rinnovare le proprie visioni nel lavoro quotidiano.


Tommaso D’Onofrio si occupa da molti anni di valutazione e finanziamento di start up e imprese innovative. Presidente di AISCRIS (Associazione Italiana delle società di consulenza per la Ricerca, l’innovazione e lo sviluppo), è consulente presso la Commissione Europea per la valutazione dei progetti Horizon 2020 SME Instrument (phase 1 & 2).

Con In Cibum Lab collabora come Senior Advisor. Inoltre, è CEO di Demetra Holding, la holding di partecipazione partecipata da FMTS Group e da manager e imprenditori di rilievo nazionale e internazionale.

Ha pubblicato anche Crowd Investment. Il crowdfunding per le imprese innovative (2015).

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Un hub in cui il principale obiettivo è stimolare la cultura del cambiamento, promuovere e diffondere conoscenza per alimentare processi di innovazione che consentono alle imprese di cogliere nuove opportunità di crescita e consolidamento. 

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